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Siamo due destini che si uniscono?

Inviato: 01 set 2015, 16:21
da Elettra
Buongiorno. Sono nuova del forum e appassionata dei Ching, anche se per motivi vari è da un po' che non li consulto. Oggi avevo una questione: ho chiesto ai Ching se il mio ex, che ancora non ho dimenticato nonostante 5 anni dalla rottura, mi ama ancora. Dico questo perchè in questi ultimi due anni ci siamo riavvicinati molto,anche fisicamente, ci chiediamo spesso consiglio su molte cose e ci cerchiamo, ma senza mai pronunciarci sui nostri sentimenti. Così è venuto fuori l'esagramma 10 "Il Procedere" che muta nel 6 al terzo posto e 9 sopra, ottenedo il 43, lo "Straripamento". Potreste aiutarmi, per favore?

Re: Siamo due destini che si uniscono?

Inviato: 02 set 2015, 11:20
da Iking
Il procedere [10] descrive un periodo in cui si ha l'energia necessiaria per affrontare un periodo pericoloso, la trasformazione nel 43 [L'Irrompere] ci dice che non si viene creduti, che la comunicazione è molto difficile, che si verrà consigliati nel modo giusto ma non si ascolterà il consiglio.

Facci sapere come andrà poi.

Re: Siamo due destini che si uniscono?

Inviato: 02 set 2015, 15:28
da fgalassi
Ciao Elettra.

Un gioco puerile, non molto tempo fa, era il m'ama-non-m'ama, fatto con le margherite.

La tigre morderà?
La tigre non morderà?

La lunga coda della Tigre, di quel 'senza pronunciarsi sui nostri sentimenti'.

L'Yijing, quasi invariabilmente, rimanda le attenzioni al lettore.

Non agire cercando di svelare o riparare (la terza linea) all'esterno.

Guarda le tue impronte, (ri)conosci il tuo sentimento (la 5a linea) e, invece di svelare apertamente, invece di chiedere fuori, di urlare ai 4 venti,
provare a credere a questo (tuo) amore, e farne la Tua relazione, la Tua qualità, il Tuo modo unico di amare e di comportarti.

E' possibile essere trasformati da questa fiducia. Abbandonando strategie e, soprattutto, paure.

Ma sono solo idee, le mie per giunta.

Un saluto.

Re: Siamo due destini che si uniscono?

Inviato: 02 set 2015, 23:52
da Elettra
"Guarda le tue impronte, (ri)conosci il tuo sentimento (la 5a linea) e, invece di svelare apertamente, invece di chiedere fuori, di urlare ai 4 venti,
provare a credere a questo (tuo) amore, e farne la Tua relazione, la Tua qualità, il Tuo modo unico di amare e di comportarti."

Ma quando si è innamorati si ha voglia di farlo sapere a tutto il mondo, non deve essere solo la Mia relazione ma di tutti e due ...

Re: Siamo due destini che si uniscono?

Inviato: 03 set 2015, 01:21
da fgalassi
Ciao Elettra.

La storia che racconto, qui, sulla base dei pochi pezzetti che metto insieme -i tuoi e quelli del testo (ZhouYi, come preferisco chiamarlo)- non penso 'remi contro' questa relazione.

Credo che invece abbia a che fare con una sorta di valutazione (e gestione), proprio di questa 'impellenza' a dire e/o fare.
Trasformando e facendo virare il tutto, perdonami la retorica, più verso l'essere.

Credo che si evidenzi, nel rivolgere lo sguardo alle proprie impronte, l'aspetto dell'accogliere il Vostro percorso, così com'è, investendo sulla fiducia, sulla disponibilità, e sull'attesa.
Ma è un'attesa in cui si coglie l'occasione per fortificare le proprie risorse e sentimenti, in un certo senso, proteggendoli ancora.

Leggendo Wilhelm (traduzione italiana che rispetto ma che ritengo molto limitante) nel 43 si potrebbe avere, letteralmente, l'idea che è necessario 'dire': "Decisi, bisogna render nota la cosa alla corte del Re. Secondo verità deve essere proclamata. Pericolo!"
Poi prosegue però:"Non propizio è impegnare le armi"

Qui, a mio parere, si tace un'importante elemento.
A render noto (il pericolo) sono i 'prigionieri' alla corte del Re, il cui carattere 俘 fú -prigionieri di guerra- viene invece interpretato come l'omofono 孚 tradotto in 'secondo verità'.
Ciò che è 'prigioniero' (nella tua storia) vuole gridare. Ma è una trappola. (Pericolo!)
Non impugnare le armi così è non cadere in trappola.

La Tigre potrebbe essere metafora di questa potenza che potremmo non controllare.


Ripeto, sono solo delle idee.
Degli spunti.

Se ti possono tornare utili, usali.
Perchè potrebbe essere vero il contrario.

Mi appassiona la lingua di questo strumento (il cinese) e le storie che possono essere raccontate per il suo tramite.
Non sono un veggente.

Re: Siamo due destini che si uniscono?

Inviato: 04 set 2015, 14:29
da Valter Vico
Caro Fabio, vedo che sei diventato "modernista". ;-)
Però in effetti in questo caso mi sembra che i prigionieri ci possano anche stare.
Concordo con te che la sentenza del 43 è ambigua. Forse lo è volutamente e in effetti lo sviluppo dell'esagramma si gioca proprio su questa ambivalenza: da una parte c'è un pericolo nascosto (la sesta linea yin) è bisogna dirlo, dall'altra parlare apertamente è pericoloso.
C'è anche da dire che il carattere antico dello Straripamento (夬 Guai) mostra una mano che regge un sigillo di giada che conferisce il diritto di parola nelle sedi ufficiali, per cui non credo che la versione di Wilhelm sia sbagliata.
Quindi potrei tentare almeno tre versioni diverse:

Pericolo: le grida dei prigionieri si propagano dalla corte del re.

Proclamarlo alla corte del re, gridare la Verità è pericoloso.

Proclamarlo alla corte del re, gridare la Verità: c'è un pericolo.

Re: Siamo due destini che si uniscono?

Inviato: 04 set 2015, 14:51
da Valter Vico
Cara Elettra,
la prima cosa che noto nel tuo responso è che le linee mutanti sono le uniche due linee in corrispondenza fra loro. Ciò solitamente indica che fra gli attori della vicenda c'è reale corrispondenza.
I due esagrammi si ottengono invertendo i rispettivi trigrammi, come se nella situazione ci fosse un continuo scambio reciproco di ruoli. Entrambi gli esagrammi pongono il problema della cautela necessaria nell'avvicinarsi.
Nel 10 c'è uno fragile che si avvicina ad uno potente e rischia di pestargli i piedi e di venire aggredito.
Nel 43 c'è uno potente che si avvicina ad uno debole col rischio di fargli male per mancanza della dovuta delicatezza. Un esempio tipico potrebbe essere quello classico della nave che attracca al molo o del treno che si ferma in stazione.
Quindi: perchè ritrovarsi è così pericoloso? perchè ci si pestano i piedi? perchè si va a sbattere l'uno contro l'altro?

Alla terza linea del 10 si fa finta di essere più di quel che si è: ci si richiede troppo reciprocamente?
Potrebbe essere che da una parte si richieda troppo, mentre dall'altra si tenda ad essere aggressivi e non si perdoni il minimo errore.

Alla sesta linea del 10 ci si potrebbe chiedere se non fosse piuttosto il momento di rivedere, capire, comprendere e trasformare complessivamente il cammino percorso insieme nei suoi aspetti positivi e negativi e trarne le dovute conseguenze.

Il 43 pone in generale il problema se sia il caso di dire sempre tutta la verità e solo la verità.
È possibile eliminare tutti i punti oscuri o è più opportuno accettare che un minimo di imperfezione è inevitabile?
È possibile chiarirsi i punti oscuri senza però ferirsi, senza pretendere di eliminare tutti i difetti e senza dirsi sempre tutto?

La terza linea del 43 spiega che quando uno ci mette la faccia o teme di perdere la faccia tende, per orgoglio, a preferire restare da solo, ma quando poi ci si incontra perchè non se ne può fare a meno ("si incontra la pioggia") allora ci si arrabbia.

La sesta linea del 43 avverte che alla fine la disgrazia deriva dal fatto che non si arriva a chiarire e quindi ad essere "avvertiti" ed a risolvere il problema. Non essendo attenti al pericolo ci si va a sbattere impreparati.

Cosa ne dici?

Re: Siamo due destini che si uniscono?

Inviato: 05 set 2015, 01:56
da fgalassi
Ciao Valter.

Ho riso al tuo 'modernista'.
Ed è vero che la 'pesca' proviene da quegli ambiti.

Mi ha però colpito in questo caso l'idea avanzata da Qiu Xigui, che non è 'modernista' (nel senso che tu sai applicato all'Yijing) ma 'solo' uno studioso della lingua: in molti casi, nell'antichità, i prigionieri (soprattutto quelli condotti alla corte del sovrano) erano necessariamente donne e bambini, in quanto gli uomini venivano bellamente massacrati durante le battaglie e sistematicamente dopo di esse gli sciagurati sopravvissuti.

Far entrare Elettra in questa sopravvivenza (nel tempo e nel senza-uomo) alla corte del Re (del Se?) mi è sembrato significativo.

Ma ripeto, sono storie.

Come quella (decisamente off-topic, mi scuso con Elettra) che mi vede da alcuni mesi a lavoro a Capalbio (e che mi ricorda del nostro incontro, Valter), come quella altrettanto curiosa, di rispondere ad una persona con lo stesso nome di mia figlia (e non lo è, non preoccupatevi, lettori altri).

Un abbraccio (a tutti e due).