Ok, allora ti consiglio di fare così.
Ascolta il pezzo più volte, anche a distanza di qualche giorno e anche in quest'altra versione:
Martucci - Tarantella (d'Avalos)
Ascoltalo sempre ad occhi chiusi e con l'attenzione alle diverse emozioni che ti suscita, senti come cambiano nei vari momenti del brano, cerca di sentire qual è quella prevalente e poi porta l'attenzione anche su quelle che magari senti meno, ma percepisci di sfuggita in qualche attimo.
Cerca di capire come ti viene da reagire a queste emozioni: le accetti, le accogli, ne sei travolta, scappi, le giudichi...
Dopo (e solo dopo) questa fase, puoi incominciare a chiederti se puoi "allargare" i tuoi orizzonti, accogliendo anche le emozioni che tendi magari a sopprimere o a rifuggire, o cercando di capire perché ti fanno quest'effetto, e come invece possono esserti "amiche". Simmetricamente, potresti scoprire che le emozioni prevalenti stavano forse occupando un po' troppo spazio (per attaccamento o dipendenza) e cercare di ridimensionarle secondo la vera natura della musica.
Credo che questo sia un buon esercizio per "capire" veramente il tuo responso, lasciarlo entrare in te ("capire" etim. = far spazio per accogliere).
Quel brano possiede a mio avviso la stessa energia del tuo responso (quanto più, quanto meno

); se consideri che un responso ci mette di fronte alla forma dell'energia in cui ci troviamo (o ci verremo a trovare, nel caso di una domanda predittiva come la tua), allora "immergerti" in una musica che abbia la stessa forma energetica può essere un buon "training" per la situazione che vivrai ed è secondo me un ottimo modo di rendere utile ("integrare") il tuo responso.