Nelle mani del destino....
Inviato: 29 giu 2013, 10:36
Ciao non so se e la sezione giusta, eventualmente indirizzatemi.
Ieri surfando sul web ho beccato questa atoriella zen che magari conoscete...
Il pensiero andaro subito a I ching e a quelle volte in cui magari il responso non coincideva con i ns desideri, a quanto il libro possa condizionare le ns menti nel far succedere qualcosa piuttosto che qualcos'altro non che voglia paragonare una moneta al Libro.. E soprattutto a quanto ci è difficile scollare dalla ns mente l'idea dell I ching come strumento di " rivelazione del futuro ineluttabile"...
Nelle mani del destino
Un grande guerriero giapponese che si chiamava Nobunaga decise di attaccare il nemico sebbene il suo esercito fosse numericamente soltanto un decimo di quello avversario. Lui sapeva che avrebbe vinto, ma i suoi soldati erano dubbiosi.
Durante la marcia si fermò a un tempio shintoista e disse ai suoi uomini: «Dopo aver visitato il tempio butterò una moneta. Se viene testa vinceremo, se viene croce perderemo. Siamo nelle mani del destino».
Nobunaga entrò nel tempio e pregò in silenzio. Uscì e gettò una moneta. Venne testa. I suoi soldati erano così impazienti di battersi che vinsero la battaglia senza difficoltà.
«Nessuno può cambiare il destino» disse a Nobunaga il suo aiutante dopo la battaglia.
«No davvero» disse Nobunaga, mostrandogli una moneta che aveva testa su tutt'e due le facce.
Che ne pensate?
Ieri surfando sul web ho beccato questa atoriella zen che magari conoscete...
Il pensiero andaro subito a I ching e a quelle volte in cui magari il responso non coincideva con i ns desideri, a quanto il libro possa condizionare le ns menti nel far succedere qualcosa piuttosto che qualcos'altro non che voglia paragonare una moneta al Libro.. E soprattutto a quanto ci è difficile scollare dalla ns mente l'idea dell I ching come strumento di " rivelazione del futuro ineluttabile"...
Nelle mani del destino
Un grande guerriero giapponese che si chiamava Nobunaga decise di attaccare il nemico sebbene il suo esercito fosse numericamente soltanto un decimo di quello avversario. Lui sapeva che avrebbe vinto, ma i suoi soldati erano dubbiosi.
Durante la marcia si fermò a un tempio shintoista e disse ai suoi uomini: «Dopo aver visitato il tempio butterò una moneta. Se viene testa vinceremo, se viene croce perderemo. Siamo nelle mani del destino».
Nobunaga entrò nel tempio e pregò in silenzio. Uscì e gettò una moneta. Venne testa. I suoi soldati erano così impazienti di battersi che vinsero la battaglia senza difficoltà.
«Nessuno può cambiare il destino» disse a Nobunaga il suo aiutante dopo la battaglia.
«No davvero» disse Nobunaga, mostrandogli una moneta che aveva testa su tutt'e due le facce.
Che ne pensate?