ulisse ha scritto:Ciao RdS! Grazie per la tua esauriente interpretazione, so cosa intendi dire, ci sono sempre due lati di una medaglia eccetera. In questo caso però si tratta in effetti di una situazione in bianco e nero: lui mi deve dei soldi, ma invece di restituirmeli va in vacanza per mesi pur sapendo che ne ho bisogno. Per me questa è una cosa inaccettabile, in più invece di almeno scusarsi quando mi permisi di osservare cortesemente che non lo trovo corretto me ne ha dette di tutti i colori. Amici in comune che conoscono la nostra situazione da anni la vedono simile a me, quindi, per quanto legittimo il tuo consiglio, purtroppo temo che non risolva il mio problema.
Saluti cordiali!
Ulisse
Volendo mantenere la visione bicolore, visto che ci tieni, verrebbe da chiedersi per quale misteriosa ragione tu ti sia ostinato, nel tempo, a comportarti da colomba nei confronti di uno che è palesemente falco.
Non so se i tuoi amici abbiano una risposta anche a questo quesito; posso dirti invece, con assoluta certezza, che l'I Ching non è per nulla ispirato da principi di carità cristiana, dai vari "porgi l'altra guancia" et similia, ma che anzi, se da un lato professa apertura e trasparenza nei rapporti con il prossimo, dall'altro raccomanda
estrema cautela e accurata selezione delle persone alle quali ci si accompagna.
Stando a quello che scrivi, compresa l'ultima aggiunta, qui sembra quasi che questo tizio in un certo senso ti bullizzi da una vita.
Continui a mantenere rapporti con una persona che negli anni "mi è mancata ripetutamente di rispetto" (l'hai scritto tu) e, non pago di ciò, arrivi infine nientemeno che a prestargli una (immagino) discreta somma, senza alcuna tutela, né garanzia. Beh, che dire: un po' te la sei andata a cercare, tanto più se erano soldi di cui evidentemente non avresti dovuto e potuto privarti, visto che ora li reclami indietro con tanta premura.
Se dal lato bianco/colomba puoi sentirti una vittima (fai bene, di questi tempi fa audience), ti garantisco che dal lato nero/falco appari come una persona che ha agito in modo sprovveduto.
Ad ogni modo, la tua debolezza in questo rapporto è
strutturale e ti riconfermo il fatto che in questo lancio lui proprio non c'è.
Primo, perché la domanda sottesa è
come rientrare in possesso del maltolto ed il focus iniziale sul rapporto con il tuo amico c'entra ben poco in tal senso.
Secondo, perché la discriminante qui, l'aspetto centrale che colora tutta la situazione è il
bisogno che hai di questo denaro: i soldi, in questo caso, “sostengono e tollerano” il tuo attaccamento all'"ignobile", qui inteso come “lato oscuro” del tuo rapporto con lui, il quale prospera appunto per via di tale attaccamento, come da seconda linea, a causa della visione “piccola”
di entrambi.
Ci metto due minuti a trovarti sia una decina di motivi per cui lui, dal suo punto di vista, possa aver ragione a non ridarti i soldi indietro ora, sia altrettante persone che confermerebbero la validità di tale punto di vista.
Terzo, infine, perché l'atteggiamento vagamente morettiano del
"mi si nota di più se faccio l'offeso o se fingo che non me ne freghi nulla?", quello sì che difficilmente risolverà il tuo problema.
Il bisogno genera attaccamento (12.2), l'attaccamento genera conflitto (6), il conflitto genera timore e tensione permanente, perché interiormente "senti", in qualche modo, che lui è più forte di te (6.2). Più forte fisicamente, o più aggressivo dialetticamente, o semplicemente più capace di far valere i suoi interessi, poco importa, e quindi non sai come uscire dal pantano. Queste sensazioni riguardano te, non lui: è il TUO modo di viverlo, di percepirlo e soprattutto di subirlo.
Il "grande uomo", al contrario, è capace di fregarsene perfino del proprio stesso bisogno, e pone strategicamente, apertamente e consapevolmente in atto il “ristagno”, pur di far valere dei principi chiari, limpidi, inamovibili: offre e chiede onestà, offre e chiede trasparenza, pone
estrema attenzione alla reciprocità di sentimenti e comportamenti. O così, o fuori dalle balle, chiunque l’altro o l’altra sia.
Questo per me il senso del tuo responso, che contiene appunto un’indicazione: quella di spiegare con chiarezza (senza buttarla sul “ma tu…” “no però io…invece tu…” “e ma, capiscimi, tu…”) che un rapporto si costruisce sui principi suddetti, e che se la cosa non è condivisa finisca pure qui: dirlo come fosse una comunicazione di servizio (anche per iscritto se credi), un dato di fatto che non cambierà. E poi chiudere serenamente, rimanendo coerenti al PRINCIPIO, non all’episodio, e certamente evitando, prudentemente in seguito, le occasioni di ruggine, come da seconda linea bersaglio (è uscito 12 -6, non 6-12), per evitare scontri frontali (che perderesti nuovamente) e sceneggiate coi condomini o gli amici comuni.
Che tu ne colga o meno la differenza, porre in atto deliberatamente l’interruzione del rapporto (il Ristagno) circoscrivendo e delimitando, al contempo, il campo del contendere (la Lite), è ben diverso dal nascondersi virtualmente dietro un cassonetto per non incontrarlo quando rientrate in contemporanea a casa la sera.
Perché evitare una persona senza spiegarle il motivo non è una “strategia”, come ingenuamente la definisci nel tuo primo post, ma indice di timore e sudditanza.
E perché sarebbe un atteggiamento che, a temperamenti come il suo, farebbe salire ancora di più il sangue agli occhi.
Mia opinione. A te la scelta.
Saluti.