Verso l'esagramma di mutamento

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RediSpade
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Re: Verso l'esagramma di mutamento

Messaggio da RediSpade »

Aiace ha scritto:Ok, mi sembra che la tua posizione, la tua interpretazione sia abbastanza chiara.
Però vorrei tornare sull'argomento. Per farlo propongo una ulteriore lettura del secondo responso che, mi pare, sia quasi sovrapponibile nel quadro generale alla tua,
ma forse con una conclusione, o meglio, con un "consiglio" differente.
Ti prego di non vedere un tentativo di aprire un confronto tra me e te, è chiaro che tu sei un esperto mentre io sono un dilettante, però, proprio per questo vorrei capire.
Vorrei, adesso, fare riferimento al libro di Luciana Marinangeli "I Ching di Ernst Bernhard" (Ed. La Lepre).
Riporto i commenti di Bernhard sugli esagrammi 62 e 55 e sulla prima linea di mutamento del 62.
Nel farlo cerco di attenermi alla metafora con cui ho provato, nel post del 10 settembre, a sintetizzare quando detto sull'esagramma derivato che si potrebbe vedere come la scenografia che da senso all'azione (quella che compie l'attore in scena). La parte che sta recitando l'attore e la sua azione adesso sono governate dall'esagramma risultato dal lancio e dalla linea di mutamento.
Vediamo cosa dice Bernhard sul 55:
Il decadimento della copia si può evitare solo con un progressivo allargamento spirituale, sviluppandosi da una situazione buia ad una più chiara e conscia
e ancora
Non rattristarti perché il culmine è passato e adesso c'è la decadenza. Questa si può evitare solo con un progressivo allargamento spirituale
In sostanza la scenonografia in gran parte è buia e va rischiarata perché si comprenda il senso di ciò che sta accadendo in scena. Qui, secondo me, semplificando, ci sta il discorso sul focus errato e sulla necessità di trovare l'origine del problema che tua hai evidenziato nel tuo penultimo post. Certo bisogna essere capaci di operare un approfondimento interiore e un allargamento spirituale ma qui entra in gioco la capacità individuale.
Ma torniamo a Bernhard e all'esagramma 62:
Segno di grande responsabilità. Bisogna essere fidato, cauto, oggettivo, accurato anche nelle piccole cose
E, sempre Bernhard, sul sei all'inizio:
Non si può prendere una decisione definitiva. Bisogna restare nel consueto per non esaurire le forze
Ecco, visto così mi viene da pensare che, pur muovendoci in un quadro generale sovrapponibile al tuo, le azioni successive possano essere diverse, ti pare?
Immagino che mi dirai che sto solo cercando di sfuggire da ciò che, secondo te, va fatto. Ma credo che poi le mie scelte siano una mia responsabilità.
Ti ringrazio ancora per il tuo contributo e spero che ce ne essere anche altri.
Immagini male, perché non mi compete né interessa.
Diciamo pure che possiamo intendere il secondo esagramma come una scenografia. Diciamo pure che possa esserlo. Diciamo pure che lo sia.
Premesso che a mio parere stai leggendo il responso al contrario, il punto su cui non ci troviamo riguarda il fatto che per te il "sole allo zenit" che cala è riferito ai tuoi sentimenti per questa signorina, per me è riferito al contesto lavorativo nella sua interezza, perché la domanda è se lasciare o meno il lavoro. E si parla di DECADENZA, non di sollievo che deriva da uno sciogliersi delle tensioni interiori.

Quanto alla traduzione che riporti, non conosco l'opera quindi mi limito ad un commento di questi spezzoni, dove mi sembra che fiocchino i consigli (anche un po' troppo generici, tipo essere "fidati" e "oggettivi"), non tenendo però conto di una cosa essenziale: gli esagrammi non sono lineette tracciate su un foglio di carta. Essi sono una sorta di mappe di campi elettrici (un utile esercizio è immaginarseli in 3D), che a seconda del posizionamento delle "cariche" positive e negative al loro interno, figurativamente accendono lampadine, fanno funzionare televisori...o esplodono.
La qualità energetica della linea quindi (yin o yang, posizione, relazioni), in qualche oscuro modo collegata e riflettente i circuiti neuronali del consultante, in quel momento e nella configurazione assunta circa quella data situazione, ha un'ENORME importanza ai fini del consentire o impedire una determinata azione.
Non basta dire, in relazione ad una linea, "bisogna fare così", se poi le resistenze interne o esterne - che la linea stessa segnala - impediscono di farlo. E non è una questione di destino ineluttabile: è che per la concezione dell'I Ching, eventi, azioni, emozioni o si sanno e si riescono a prendere "in germe", oppure si dispiegano nelle loro conseguenze, diventando spesso più forti della volontà individuale.

Per comprendere meglio questi aspetti, Wilhelm, 62.1:

Testo: "L'uccello volando finisce in sciagura".
Commento: "Non si può fare proprio nulla" (c'è una bella differenza rispetto a "non si può prendere una decisione definitiva").
Spiegazione: "La linea si trova nel posto più basso del trigramma Ken, monte. Dovrebbe star ferma: ma poiché, secondo il senso dell'esagramma, il debole è in preponderanza, essa non si lascia frenare; e poiché sussiste un rapporto segreto con il nove al quarto posto, tenta di salire come un uccello in volo. Ma così l'uccello si mette in pericolo da sé; giacché alzandosi in volo quando sarebbe il momento di star fermo finisce certamente nelle mani del cacciatore".

Shantena Sabbadini - Ritsema (Eranos), 62.1:

Testo: "Il volo dell'uccello usa l'insidia"
Significati associati: "Insidia, Xiong: situazione infausta, che allontana dall'esperienza del significato e in cui il flusso della vita e dello spirito è ostruito (sempre in virtù delle considerazioni "energetiche" di cui sopra). Sfortunato, nocivo, dannoso. Atteggiamento non appropriato"
Ideogramma: "Persona in un pozzo, perduta la visione complessiva della situazione".

Questo è ciò che per me il responso ti segnala.
Magari altri ti daranno riscontri diversi o sapranno spiegarti alcuni aspetti della questione in modo più vicino alla tua sensibilità.

Auguri.
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fgalassi
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Iscritto il: 23 ott 2012, 18:47
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Re: Verso l'esagramma di mutamento

Messaggio da fgalassi »

Esagramma 42, sentenza.

有攸往 [yǒu yōu wǎng] avere un posto dove andare
涉大川 [shè dà chuān] attraversare un grande fiume

entrambe queste azioni hanno la qualità 利 [lì]: favorevoli.

Ma guardo questa storia alla luce delle linee mutanti e dell'esagramma numero 8.

Così queste frasi potrebbero rappresentare il tuo stato, la tua impellenza, la tua tensione lasciare-andare (verso): sono 'favorevoli' nel senso che rappresentano un energia propulsiva, che ti attiva.

La prima linea fa riferimento a un 'grande progetto' 大作 [dà zuò].
C'è nuovamente 利 seguito da 用為 [yòng wéi]: favorevole usare tutto ciò.

Un 'progetto', un 'piano' è già diverso dalla 'spinta' impetuosa della sentenza.
Qui siamo già nell'ambito 'gestionale'.
Possiamo gestire ciò che è impetuoso come un grande fiume?

Perché gestirlo?
Seguo la proposta della sesta linea: 莫益之 [mò yì zhī] nessuno lo (ti) arricchisce (la riva che si vuole lasciare?), 或擊之 [huò jī zhī] qualcuno lo (ti) 'percuote' (la riva a cui si vuole approdare?).
Entrambe provocano (manipolano) il cuore 立心 [lì xīn].

L'esagramma 8 rappresenta l'epilogo: in nessun caso, nessuna scelta produrrà 'pace': 不寧方來 [bù níng fāng lái] (quasi-letteralmente: negazione pace bordo arrivare).
Perché il problema (da gestire) non sono i lati del fiume, ma la debolezza del tuo stare, la facilità con cui lasci, la facilità con cui ti imbarchi.
Il problema sono (scusami, potrebbero essere) le tue 'direzioni'.
Cosa accade a non fare nulla?
Cosa, a non andare ne a resistere (magari passa)?

Come dico sempre, sono solo storie.

Un saluto.
Fabio Galassi
narrazioni centrate sulla persona

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