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Modalità "obbedienza" ...

Inviato: 20 mag 2013, 17:35
da Rydo
...ovvero "quanto influisce il libro nei nostri comportamenti quotidiani"?

mi spiego: sul sito di Hilary Barrett un'utente scriveva di avere fatto tutto quello che il Libro gli consigliava, quasi però sottintendendo, più che un consilgio, un ordine.
tant'è vero che un esperto gli ha fatto notare che lei si muoveva quasi in modalità "obbedienza", e spiegandole che, al di là di quella che può essere una guida, siamo noi a scegliere, noi a decidere.

E naturalmente è vero.

Però, però...alzi la mano chi non lancia spesso e volentieri quando si trova ad un bivio, chi non lancia prima di fare una telefonata, scrivere una lettera, mandare un sms, giocare al lotto, scegliere una pizza :lol: :lol: :lol: :lol: .

Io personalmente, che sono in piena nella fase "sperimentatoria", lancio anche per sapere se riceverò una telefonata (lo faccio per capire le potenzialità del mezzo ed anche per affinare le mie capacità interpretative, ma ho notato che il Libro, quando "non mi ci manda", spesso "ci azzecca"!!!!).

Insomma, come può essere definito il rapporto che si instaura con i Ching? ed è di equilibrio o di dipendenza?

Re: Modalità "obbedienza" ...

Inviato: 21 mag 2013, 09:40
da Valter Vico
Mi sembra evidente che sono persone che consultano compulsivamente l'oracolo fino a rinunciare al proprio libero arbitrio, e ciò non è sano.
Io credo che un atteggiamento "sperimentale", come dici tu, per comprendere le potenzialità dello strumento, sia utile e corretto. Personalmente lo raccomando agli studenti dei miei corsi introduttivi per acquisire dimestichezza con il Libro dei Mutamenti. D'altronde "la stoltezza giovanile ha riuscita"...
Con l'andare del tempo bisognerebbe affiancare lo studio alla consultazione, trovando un equilibrio che è quello descritto dal Libro stesso:
“Perciò in tempi di quiete il nobile contempla queste immagini e medita sulle sentenze. Se imprende qualcosa egli contempla le alterazioni e medita sui responsi oracolari. Perciò egli viene benedetto dal cielo: - Salute! Nulla che non sia propizio. -
(I Ching, Da Zhuan, sez. 1, cap. II, par. 6)
Quindi consultare solo quando si ha bisogno di un consiglio sulle scelte (importanti) da intraprendere.
Vedo che la mia tendenza è quella di consultarlo sempre meno per questioni personali e mi sembra un tipo di evoluzione comune a molti che hanno una lunga frequentazione con Yi.

Come sempre non esiste una norma fissa, credo però che il criterio da seguire sia quello indicato dalla Stoltezza Giovanile: se risponde vuol dire che era utile fare la domanda. In realtà l'oracolo risponde sempre, ma se la risposta mi sembra incomprensibile probabilmente significa semplicemente che mi sto arrotolando su me stesso e non sono più in grado né di ascoltare né di assorbire ciò che mi viene detto per cui è meglio che mi fermi e lasci decantare la situazione.

Re: Modalità "obbedienza" ...

Inviato: 25 lug 2013, 01:20
da Vanessa Passoni
Diciamo che agli allievi viene consigliata la pratica, è quindi corretto lanciare per chiedere consiglio finchè non sarà il libro stesso a risposndere che è tempo di decidere da soli. Questo nel processo di comprensione è uno step molto particolare e ci si passa tutti.

Nel tempo diventerà poi facile "sapere" in anticipo che cosa "direbbe" il libro, ma non tanto perchè si è acquisita la lezione in modo automatico (tipo insert coin tanto per intenderci), quanto perchè si sarà imparato a riconoscere le dinamiche associando istintivamente le linee che le rappresentano. In questo senso si raggiunge la spontaneità di cui si discute nel 25 e nel 13. Bella domanda Rydo!

Re: Modalità "obbedienza" ...

Inviato: 26 ago 2013, 18:49
da Straycat2
io lancio spesso e credo che il libro mi stia dicendo di fermarmi perchè alle mie domande e non domande mi risponde in modo che io non ci capisco niente e mi confondo ancora di più le idee
credo almeno secondo me che bisogna usarlo solo quando effettivamente serve una risposta da diciamo un luminare e non come faccio io che poi mi ci perdo e combino casini nella mia testa già incasinata di suo.